Abstract
Risorse Umane è stato un evento della durata di tre giorni, che si è svolto in tre location differenti, nella provincia di Vercelli.
Si è trattato di un’esperienza intensa, che ha voluto trasmettere ai partecipanti il significato della parola “crisi”: il crollo di ogni certezza e valore del mondo moderno, poi evoluto in un crescendo drammatico. Un susseguirsi di tre atmosfere di gioco differenti, scandite dal cambio di location, avvenuto durante il gioco stesso, tramite spostamenti in pullman.
I giocatori hanno vestito i panni di dipendenti di un colosso dell’editoria italiana che, per far fronte alla crisi economica, vende l’intera quota azionaria a una multinazionale straniera: la Beta Research. Individui di un mondo reale, veri, con problemi, sogni e ambizioni.
Tutti i dipendenti si sono trovati a partecipare a un fine settimana di Team Building aziendale dall’esito imprevedibile. La prima location, in cui i giocatori hanno approfondito le proprie storie, era un lussuoso albergo che ha immerso tutti in un mondo di comodità e agio, garantendo le buone intenzioni della Beta per il futuro della I&S Edizioni. Il castello di Desana è stata la seconda location, in cui sono iniziate le attività di Team Building, legate alla competizione tra squadre. Infine ci si è spostati in un’area di softair. Qui i personaggi non avevano a disposizione alcun comfort, neppure acqua corrente o elettricità, e sono stati costretti a dormire in capannoni abbandonati e ruderi. Il clima di fiducia che la Beta aveva creato ha vacillato, fino a crollare del tutto quando i dipendenti della I&S hanno scoperto di non potersi allontanare in alcun modo dall’area. E, soprattutto, di essere costretti a compiere l’omicidio di un collega.
Il climax è stato raggiunto il terzo giorno: con un’incalzante struttura narrativa, i partecipanti sono stati ingabbiati in un gioco in cui la posta era la vita stessa. Gli schemi sono crollati. Le certezze abbandonate. I sogni infranti.
Dal punto di vista tecnico ed emotivo, l’evento ha funzionato bene. L’intensità crescente è stata garantita dall’inserimento di protocolli, con le regole per le attività di team building, che segnavano il susseguirsi degli eventi. E con essi la trasformazione da persone comuni a belve assetate di sangue. Chi ha manifestato coraggio, chi altruismo, chi ha ceduto al lato bestiale e chi ha resistito. Fino ad arrivare a un tragico e terribile finale.